giovedì 19 maggio 2011

Dragon Age 2


BioWare ci porta di nuovo ai tempi dei dragoni con il nuovo capitolo della celebre saga fantasy.
Già dalla copertina riconosciamo lo stile grafico che ci ha colpito in Dragon Age Origins...Ma, quante altre somiglianze dobbiamo aspettarci, e quante invece le novità?
Partendo dalle cose che sono rimaste invariate (o quasi) c'è il sistema di combattimento, che riprende il sistema in tempo reale, intervallato dal pulsante di pausa, che ci permette di elaborare strategie interrompendo a nostro piacimento lo svolgimento delle azioni.
Ancora una volta ci troveremo a comandare una squadra di eroi, ma con un sistema di personalizzazione della strategia automatica più sviluppato ed interessante rispetto al capitolo precedente.
Nella modalità facile o normale è addirittura possibile preoccuparsi quasi esclusivamente del proprio personaggio principale, lasciando che gli altri tre componenti della squadra combattano seguendo la loro strategia pre impostata.
Un'altra cosa che è cambiata poco è la varietà delle ambientazioni.
Tanto per cominciare riprendono quasi completamente lo stile di quelle viste in Origins, ma ancora più fastidioso può risultare l'evidente e malamente mascherato riutilizzo delle medesime mappe, con poche variazioni scenografiche.
Rivedere lo stesso doungeon per la quarta volta, anche se chiamato in un modo diverso e con un paio di percorsi ostruiti o aperti, può farci sentire in qualche modo presi per i fondelli...
Tuttavia ciò non toglie che la resa finale delle ambientazioni di gioco sia comunque efficace e capace di immergerci nella trama.
Parliamo ora delle cose che sono cambiate e nella maggior parte dei casi migliorate:
Prima di tutto non sarà più possibile scegliere la razza del proprio personaggio e dunque le sue origini, saremo per forza umani, e la nostra storia partirà in un unico e coinvolgente modo.
Ci sarà possibile scegliere il genere (se maschio o femmina) e tre differenti classi: Mago, Guerriero o Ladro.
Queste tre classi, sviluppandosi, potranno tuttavia prendere percorsi molto differenti a seconda del tipo di equipaggiamento che si sceglierà di utilizzare e delle abilità che si svilupperanno.
Le missioni sono piuttosto varie e garantiscono un'ottima longevità.
Il numero di boss e la grande diversità necessaria all'approccio con ognuno di essi, dona un'ulteriore nota positiva alla longevità del gioco e dei momenti di climax per il puro divertimento.
Si potrà scegliere se giocare solo la trama principale, e quindi arrivare a consumare il gioco in poco più di venti ore; oppure svolgere tutte le più piccole missioni secondarie e intraprendere ogni sessione di dialogo, per snocciolare a pieno la fittissima trama, portandoci fino a sessanta ore di giocato.
C'è da dirlo, ultimamente giochi con una tale longevità e rigiocabilità sono sempre meno, molti titoli per console e computer puntano sulla modalità online, propinandoci troppo spesso quindici ore scarse di gameplay.
In fine la narrazione è notevolmente cambiata rispetto al capitolo precedente, maturando in modo evidente, seppur perdendone i toni epici.
Lo scorrere del tempo non è lineare, ma si tratta di una serie di flash back, introdotti dal nano Varric durante un interrogatorio.
La caratterizzazione dei personaggi è efficace (certamente più che in Origins, fatta eccezione per Morrigan), ma soprattutto abbiamo finalmente una caratterizzazione del nostro protagonista, che, avendo una voce propria e non limitando i propri dialoghi al muto testo, assume un proprio carattere a seconda delle scelte da noi compiute fra le diverse possibili risposte disponibili in ogni sessione di dialogo.
Appunto queste risposte varieranno sensibilmente la storia stessa, portandoci su binari differenti a seconda delle nostre decisioni.

In definitiva Dragon Age 2 è un gioco ben riuscito seppur non particolarmente innovativo, un acquisto obbligato per gli appassionati della saga ed un titolo caldamente consigliato a tutti gli amanti del fantasy.

Il voto di Mosars: 8.5

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