venerdì 20 maggio 2011

Le Sale della Vita



Posto qua di seguito un breve testo tratto dai primi capitoli del mio secondo libro 
(inedito ed in pausa tanto quanto il primo <_<)

LE SALE DELLA VITA


La creatura strillava follemente mentre con le adunche dita si strappava grossi lembi di muscoli dal volto.
Il sangue zampillava in ogni direzione, mischiandosi a quello secco che ormai da millenni ricopriva le Sale della Vita.
Quale nome assurdo per quei luoghi di tormento ed orrori, eppure era li che nascevano, era li che i figli di Thanatos vedevano la luce, li che i necromanti iniettavano nuova vita dove prima vi era solo morte, come un siero, un veleno, una putrida condanna all’eterno peregrinare.
Cadde a terra, rotolando gi∙ dall’altare dove era stata portata alla luce, cadde nel suo stesso sangue, nella miseria rossa del dolore che da li in avanti avrebbe dovuto per sempre sopportare.
Grid≥ ancora e gemette e gua∞, ma non una lacrima poteva scendere dai suoi aridi occhi vitrei; guard≥ in basso, verso quella pozza vermiglia e si vide riflessa:
Un ragazzo, bello, giovane, vivo, una chioma corvina ed occhi azzurri come il cielo… L’illusione svanì in un istante e l’immagine di quel che era stato un tempo venne scacciata via dall’orrore della putrefazione.
<<Coooosaaaaaa iiiiooooo?!>> Biascic≥ disperatamente l’abominio. <<Coooosa iiiioooooo?!>> Insistette continuando a lacerarsi il volto, come per cancellare l’orrore che era diventato, strappando via ci≥ in cui quell’anima persa non poteva riconoscersi.
Due necromanti ammantati di nero afferrarono lo zombie per i polsi e le caviglie, trascinando la creatura dimenante lungo i corridoi illuminati dalle traballanti luci delle fiaccole.
Grida e lamenti disperati ed agghiaccianti riecheggiavano da ogni dove, disperazione, angoscia e dolore erano il tema di ogni canzone che quelle rauche voci sapevano cantare.
Lo portarono ai margini di un’immensa e buia fossa, dalle profonditα di quel baratro salivano i respiri spezzati di migliaia d’altri condannati come lui.
<<Uccide me! Uccide me!>> Grid≥ l’abominio osservando uno dei necromanti, tentando di sondare il suo volto coperto dal cappuccio, alla ricerca d’un barlume di pietα.
Cos∞ la voce i questi emise la sua ineluttabile sentenza: <<Tu sei giα morto.>> E cos∞ dicendo lo gettarono nell’abisso, nella Non Morte dalla quale non avrebbe mai pi∙ fatto ritorno.



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